Barcola e la Pineta

Barcola Trieste

Barcola e la Pineta.

Barcola, posta a 14 metri s.l.m, è il primo nucleo abitato che s'incontra arrivando dalla costiera e il biglietto di visita della città di Trieste. Per la sua estensione in un avvallamento, i romani la chiamarono Vallicula, poi il nome si contrasse in Valcula, Piccola Valle e per il suo clima mite diventò luogo di terme e ricche ville romane.

Fino alla metà del XIX secolo Barcola era stata principalmente un insediamento di pescatori e rione delle ville patrizie triestine tra cui la casa dei Burlo, l'edificio più antico di Barcola, 

la casa dei Giuliani al cui lato esiste tuttora un edificio di costruzione cilindrica coronata da balconata in legno che forse fungeva da granaio o mulino e 

la Villa dei conti Prandi, attualmente sede dell'Istituto Regionale Rittmeyer per i Ciechi, dove nel 1790 fu ospitato Ferdinando IV di Borbone, il re delle Due Sicilie, fermatosi durante il viaggio da Napoli a Vienna per assistere "al divertimento della pesca in Barcola".

Dopo l’inaugurazione della linea ferroviaria Trieste-Vienna avvenuta nel luglio del 1857, venne costruito l’imponente viadotto ferroviario con 20 arcate e lungo 270 metri.

Dalla seconda metà dell'ottocento Barcola divenne un sito d'interesse per lo sviluppo edilizio di un nuovo quartiere residenziale. Nell’autunno del 1887, durante dei lavori di scavo, vennero alla luce alcuni resti architettonici di una villa marittima romana considerata dagli studiosi tra le più importanti della regione. Fu costruita nel I secolo a.C., si estendeva su 200 metri lungo la costa e si articolava in una zona di rappresentanza, una residenziale, un'area giardino e in alcune strutture aperte sul mare che si collegavano ad ambienti termali e di servizio. Furono rinvenuti preziosi mosaici, decorazioni di rilievo e una pregevole statua in marmo di un atleta, attualmente, conservati ed esposti nel lapidario Tergestino al Castello di San Giusto. Dal recupero e lo studio di alcuni frammenti di mattoni, su cui compare il bollo di una grande famiglia dell’aristocrazia romana i "Crispini", s'ipotizza che la Villa fosse stata di proprietà di Calvia Crispinilla, un personaggio appartenente all’élite di potere a Roma. Successivamente tutta la zona entrò a far parte del patrimonio della famiglia Conti.

Nell'ultimo decennio dell'ottocento furono costruite molte ville che trasformarono Barcola da villaggio agricolo e di pescatori in una stazione di soggiorno capace di attirare la nobiltà internazionale. Il "Castelletto Cesare", in stile neogotico, fu commissionato da Alessandro Cesare di Salvore nel 1890,

dopo che la sua famiglia aveva costruito sulla spiaggia, ricevuta in concessione, lo stabilimento balneare Excelsior  e l'albergo omonimo, attualmente trasformato in appartamenti privati. 

La "Casa Jakic", conosciuta come la Villa delle Cipolle, fu costruita nel 1896 da Anton Jakic, un ex prete di origine dalmata, anche se, per alcune dicerie, si racconta che fosse una spia dello Zar. Nel 1904 la villa fu venduta e per un certo periodo divenne una famosa casa di appuntamenti e da gioco. 

Barcola subì un cambiamento importante nella metà del 900. Durante il Governo Militare Alleato fu costruito il grande Barcola Tourist Hotel, una residenza di lusso destinata agli ufficiali americani e, nel 1958, dall'interramento di un consistente tratto di mare tra l’Istituto Rittmeyer e il lungomare, sorse la Pineta di Barcola, opera allora aspramente contestata dall’opinione pubblica ma oggi uno dei luoghi più amati dai triestini. La Pineta è un polmone verde affacciato sul golfo che con pini marittimi e lecci fa da cornice al porticciolo omonimo e alla lunga passeggiata sul lungomare fino al Parco e al Castello di Miramare.

 Nel 1963 all'interno della Pineta  fu costruita una grande fontana che per gli spruzzi d'acqua colorati fu detta "luminosa".

Vicino alla fontana di Barcola, prospicente al mare, fu collocata la statua in bronzo la "Nuotatrice", opera realizzata nel 1986 da Ugo Carà. 

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