Canal Grande

Canal Grande Trieste

Canal Grande 

Il Canal Grande era un corso di acqua marina poco profondo utile per le saline adiacenti che erano tagliate da tre canali, il "Canal piccolo" anche chiamato "Canal del vino", che arrivava fino in piazza Vecchia, il "Canal maestro", che divenne l'attuale Canal Grande lungo sino a lambire la chiesa di Sant'Antonio e un terzo, che arrivava fino a via Ghega. A quel tempo le saline erano una delle principali fonti di reddito della città.  

Nel 1719 Carlo VI, imperatore d’Austria, dichiarò la città porto franco con l'intenzione di farne il principale sbocco al mare dell’impero austriaco e ciò determinò la nascita di un grande emporio commerciale e un grande incremento demografico della città che fino ad allora si era chiusa entro la cinta medievale estesa lungo il colle di S. Giusto fino al Mandracchio. Nel 1736 venne definitivamente approvato il Piano di una nuova città e il 29 novembre 1749, Maria Teresa dava disposizioni per l'urbanizzazione del Borgo delle Saline, iniziata con la demolizione delle antiche mura e delle porte.

Nel 1754-1756, per sviluppare l'area urbanistica della città all'esterno delle mura, fu progettato il Borgo Teresiano, con un impianto a scacchiera, formato da isolati regolari, alternati a canali funzionali al carico e scarico merci. 

Furono autorizzati i lavori del veneziano Matteo Pirona, ingegnere presso l'Arsenale di Venezia, il cui piano era di realizzare un canale grande attraverso l'interramento delle saline e lo scavo ulteriore del collettore principale. Il Capitano napoletano Caracciolo portò a termine il progetto:allargò il corso d'acqua, rivestì in pietra naturale le nuove fiancate, scavò più in profondità e con la massa di terra asportata diede origine all'attuale Piazza del Ponte Rosso. 

 Il Canal Grande, lungo 370 metri e largo 28, venne completato nel 1756 e il costo si aggirò attorno ai 90.000 fiorini. Nel 1756 a metà del Canale per congiungere le due opposte rive fu costruito, prima in legno, "Ponte Rosso", tinteggiato di rosso, da cui prende il nome il ponte e la piazza adiacente, e, successivamente, nel 1832, sostituito con uno in ferro con l'apertura in centro in modo da renderlo movibile e apribile.  Nel 1827  per congiungere la Riva Carciotti (oggi III Novembre) con l'altra sponda del Canale fu costruito il Ponte Verde, chiamato così per il colore che assunse e ogni giorno veniva aperto per far accedere i bastimenti nel cuore della città. Nel 1904, per facilitare la maggior libertà di movimento della linea ferroviaria congiungente la Stazione Centrale con quella di S.Andrea, detta poi di Campo Marzio, fu costruito un terzo ponte, che i cittadini  battezzarono col nome di "Ponte Bianco" e mentre su questo si riversava il tracciato ferroviario, sul vicino Ponte Verde passavano le rotaie del tram elettrico. Dopo la seconda guerra mondiale i due ponti scomparvero per lasciar posto ad un unico grande passaggio in pietra che univa la Riva con il Corso Cavour. 

Tra il 1825 e il 1849, su progetto dell'architetto Pietro Nobile, a chiusura della prospettiva del Canale, fu eretta la Chiesa dedicata a Sant'Antonio Taumaturgo, la chiesa più grande di Trieste. Nel 1934 nasce l’attuale piazza Sant’Antonio, con l'interramento delle macerie derivanti dalla demolizione di città vecchia. Nell'interramento è stata sepolta anche una piccola nave torpediniera che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della Grande Guerra e per congiungere le Vie S.Spiridione e Filzi, fu interrata tutta la parte ultima del Canale. 

Nel 1869 fu completata la Chiesa di San Spiridione, tempio serbo-ortodosso che con la sua architettura d'ispirazione bizantina e  stile romano italico domina il grande canale. La preziosità dei mosaici che rivestono la facciata esterna della chiesa e gli affreschi originali interni rendono  maestosità e magnificenza al monumento. 

Nella Piazza Ponterosso la Fontana de Giovanin de Ponterosso”, è stata realizzata da Giovanni Mazzoleni a metà del Settecento, creatore della fontana dei Quattro Continenti di Piazza Unità d'Italia. L'acqua della grande vasca era utilizzata dai cittadini del borgo e proveniva dall'acquedotto San Giovanni. Nella seconda metà del Settecento, lo scultore Giovanni Carlo Wagner scolpì una statua di un puttino e la pose in cima alla fontana.

Verso la fine del canale, lato mare, si erge il Palazzo Gopcevich,1850, in stile eclettico come il palazzo Ducale di Venezia, commissionato all'architetto Giovanni Berlam da Spiridione Gopcevich un ricco commerciante della comunità serbortodossa. Sede del Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl e della Fototeca dei Civici Musei.

Nel 2004 lo scultore triestino Nino Spagnoli ha scolpito la statua di James Joyce, collocata a Ponterosso, in onore della permanenza dello scrittore nella città.

 Il 23 marzo 2013 è stato inaugurato il ponte Passaggio Joyce”, ribattezzato dai triestini il "Ponte Curto",che unisce Via Trento e Via Cassa di Risparmio.  

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