Piazza Unità d'Italia

Piazza Unità d'Italia Trieste

  

Piazza Unità d'Italia

Inizialmente chiamata San Pietro per l'esistenza nella piazza della chiesa di San Pietro, demolita nella seconda metà dell'Ottocento, ma nota anche come Piazza Grande, per distinguerla dalla Piazza Piccola situata dietro il palazzo del Comune.

La piazza si presentava molto più piccola di quella attuale e chiusa, dal lato verso il mare, dalle mura e dalla Torre del Porto, che si affacciava sul "Mandracchio", mentre dal lato opposto delimitata dal vecchio palazzo del Comune.

 

Durante il 1800 furono fatti i lavori per aprire la piazza verso il mare, interrare il Mandracchio e creare un grande giardino attorniato dai palazzi costruiti dal Settecento ai primi del Novecento. Dopo la prima guerra mondiale, con l’annessione di Trieste all’Italia, la piazza prese il nome Unità e dal 1955 divenne Piazza Unità d’Italia.

 

12.280 mq. pianta rettangolare e da un lato si apre direttamente sul mare. E' la piazza più estesa d'Europa che si affaccia sul mare. All'ingresso della Piazza nel 1875 l'architetto Giuseppe Bruni progettò il Palazzo del Municipio,

le cui facciate sono caratterizzate da un misto di stile parigino e di manierismo germanico. 

 

Le statue dei due mori Micheze e Jacheze situate sulla torre campanaria del palazzo del municipio scandiscono  il tempo ogni quarto d'ora. I primi dodici rintocchi scoccarono a mezzoggiorno del 14 gennaio del 1876.

Palazzo Stratti. Nei primi dell'ottocento, il ricco mercante di panni, il greco Nicolò Stratti, importante personaggio della città  ordinò all'architetto Antonio Buttazzoni, la progettazione di un palazzo di stile neoclassico a nord-est della Piazza. Al pianterreno è situato il Caffè degli Specchi, caffè storico della città di Trieste. 

Palazzo Pitteri. Nel 1780, per ordine del negoziante Domenico Plenario, l'architetto Ulderico Moro progettò un edificio di stile neoclassico triestino con influenze barocche e rococò. Nel 1880 nei locali del pianterreno venne aperto il Caffè Flora per volere di Giuseppe Mander. Durante il giorno il Caffè era il ritrovo dei coristi del teatro Verdi, mentre la notte era frequentato dagli abitanti proletari di Cittavecchia.

 

Palazzo Vanoli. Attualmente è il sito del Grand Hotel Duchi D'Aosta che già in tempi remoti, dall' "Hospitium Magnum" trecentesco alla "Locanda del Porto" rinascimentale, dava ospitalità a mercanti forestieri arrivati a Trieste per rifornirsi di marinai e merci. Nel 1700 diventò  la "Locanda Grande" di proprietà del Comune e il principale albergo della città. Vi soggiornarono, tra gli altri,  gli imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, la regina Maria Carolina di Napoli e l'ammiraglio Orazio Nelson. L'8 giugno del 1768, nella camera n.10 del II piano veniva ucciso il famoso archeologo tedesco Johann Joachim Winckelmann. 

Palazzo del Lloyd triestino. La prima pietra dell'edificio fu posata il 6 dicembre 1880, giorno di San Nicolò, protettore dei naviganti, su commissione del Lloyd Triestino, costituito nel 1833. Su progetto dell'architetto Heinrich von Ferstel l'edificio ricorda lo stile rinascimentale con la facciata adornata dalle diverse statue allegoriche tra cui Mercurio, Vulcano, Eolo e Poseidone. A piano terra, su Piazza Unità, il palazzo presenta due fontane dedicate a Teti e Venere rappresentanti mitologiche rispettivamente dell'acqua dolce e salata. E' stato la sede del Lloyd Austriaco di Navigazione, poi Lloyd Triestino e ora Presidenza della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia.

 

 

Palazzo della Prefettura. Nel 1764 Maria Teresa d'Austria ordinò la costruzione del Palazzo Governale, sede degli uffici dell'Arsenale imperiale. L'edificio fu demolito nel 1899. L'attuale Palazzo del Governo fu costruito tra il 1901 ed il 1905 e lo stile architettonico è ispirato al periodo del Rinascimento e della Secessione viennese. Il rivestimento delle facciate è impreziosito da una decorazione di mosaici in vetro di Murano. Nella parte superiore della facciata esterna si notano disegni, testine allegoriche e medaglioni con lo stemma di Casa Savoia realizzati dopo la Prima Guerra Mondiale e sostitutivi dei mosaici originali, disegnati da Giuseppe Straka di Vienna, che presentavano elementi di derivazione austriaca. Oggi il palazzo è sede degli uffici del Commissariato del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia nonché quelli della Prefettura.

 

La Fontana dei Quattro Continenti. La fontana fu creata tra il 1751 e il 1754 dallo scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni. Rappresentava al mondo Trieste, città aiutata dalla Fortuna attraverso l'istituzione del Porto franco e la politica di Carlo VI e di MariaTeresa d'Austria. Le quattro statue esterne rappresentano i quattro continenti allora conosciuti: Europa, Asia, Africa e le Americhe mentre l'acqua zampilla dai quattro fiumi più importanti del mondo. Sulla cima la Fama ad ali spiegate sovrasta Trieste che adagiata sulle rocce del Carso, attorniata da sacchi, botti, balle di cotone e cordami, accoglie un mercante in abiti orientali.

La Colonna dell'Imperatore Carlo VI. Nel 1728, In occasione della visita dell'Imperatore Carlo VI d'Asburgo, figlio dell'imperatore Leopoldo I d'Austria, fu eretta la  statua in suo onore nell'attuale Piazza Unità d'Italia e provvisoriamente fu fatta in legno e dorata.

I piloni portabandiera. I piloni portabandiera di Piazza Unità d'Italia sono alti 6 metri e sorreggono un'antenna di 25 metri che finisce con l'alabarda, stemma della città, di duralluminio. La parte scultorea, commissionata allo scultore triestino Attilio Selva, è alta 4,25 metri e rappresenta gli autieri, che hanno combattuto la Prima Guerra Mondiale, mentre montano la guardia ai vessilli di Trieste e dell'Italia. Furono inaugurati il 24 maggio 1933 alla presenza del duca d'Aosta Amedeo di Savoia.

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